Cucina
GENERI DI CONFORTO
Panettùn Reloaded
Chi ci segue e magari ha iniziato anche a volerci un po’ bene, ormai lo avrà capito: quando si tratta di fare cambusa noi Passera viaggiamo in modalità opulenza. In special modo durante le feste. Per dire, una delle nostre mille tradizioni natalizie è quella del panettone gigante. O meglio i panettoni. Funziona così: nonostante le raccomandazioni di mamma – Guido mio per carità questa volta datti una regolata – papà imperterrito e di nascosto da tutti esce di casa per darsi allo shopping sfrenato. Segue consegna sul pianerottolo verso metà dicembre di ben cinque panettoni cinque da cinque chili l’uno. E pensare che mio fratello, noto tipo da pandoro, manco lo mangia. La quantità di avanzi è tale che io, giocando d’anticipo, subito apro il mio per farlo seccare un poco e regalargli nuova vita nei giorni a venire…
Evviva le seconde chance, evviva il Panettùn Reloaded!
ingredienti
400 grammi di panettone un po' secco
4 uova
150 ml di panna fresca
200 ml di latte intero
burro
marmellata di arance
zucchero a velo
zucchero semolato
brown sugar
cioccolato bianco
essenza di vaniglia
Per prima cosa taglio a fette tipo sandwich il panettone e lascio che il burro si faccia docile a temperatura ambiente.
Adesso viene il bello: imburro bene una teglia e inizio a comporre i sandwich. Panettone, burro, marmellata, panettone. Mi raccomando, per non rischiare l’overdose glicemica siate parchi con la marmellata.
Sistemo questi deliziosi tramezzini in teglia e li innaffio con la crema di uova e latte. Sistemo qua e là dei quadretti di cioccolato bianco, sempre per via di quel problemino con l’opulenza. Lascio per un’ora a riposo in modo da creare complicità.
Inforno a 180° per mezzora, controllando spesso che non bruci. Nel caso, coprite appena con un foglio di alluminio. Il Panettùn Reloaded è pronto quando fa la crosticina sopra e dentro è ancora morbido ma non liquido.
Servo tiepido spolverato di zucchero a velo. Con o senza crema di accompagnamento, in base al proprio tasso di opulenza congenita.
Photo Credits: Alessandro Capuzzi / Sette Secondi Circa
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